Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo da “Carte Bollate”, giornale pensato e finanziato dai detenuti del carcere.
È in arrivo a Bolzano il primo carcere privato italiano, figlio del decreto “Salva Italia” del 2012, quello in cui Mario Monti aveva inserito la possibilità di ricorso al project financing per l’edilizia carceraria. In sostanza, grazie a una partnership tra pubblico e privato, lo Stato manterrà la gestione della sicurezza e quindi le spese e le linee di indirizzo per il lavoro di polizia penitenziaria ed educatori, mentre il privato che si aggiudicherà l’appalto si occuperà di tutto il resto, dalla costruzione alla gestione della nuova struttura. Ma non dovrà limitarsi a fornire i servizi per così dire alberghieri: gestirà anche le attività sportive, formative e ricreative. Questo significa che la funzione rieducativa del carcere, prevista dalla nostra Costituzione, sarà regolata da un attento calcolo di costi e ricavi, magari a discapito della qualità. I detenuti potranno anche essere utilizzati dal gestore ad esempio per la cucina, le pulizie e via discorrendo, ovviamente dietro la corresponsione di un’adeguata paga. Le mansioni di sicurezza resteranno appannaggio della polizia penitenziaria e dunque a carico dello Stato, che continuerà ad avere a libro paga un centinaio di poliziotti, il personale amministrativo e gli educatori. Continua a leggere